Badante uomo o badante donna, che differenze?

Ultima modifica: 7 set 2022

Il ricorso alla figura di badante, come abbiamo già detto spesso, è aumentato in modo esponenziale nel nostro paese.

Le famiglie hanno sempre più difficoltà ad occuparsi dei loro cari, che necessitano di assistenza oppure non sono più autosufficienti ed hanno bisogno di un supporto h24.

Ecco quindi che subentra il ricorso al ruolo di badante, che come abbiamo visto è preferito al ricovero in una RSA

Generalmente però, quando parliamo di "badante" il nostro pensiero immediato va ad una figura femminile.

Questo è certamente un retaggio della nostra cultura, che vede la donna come maggiormente adatta alla cura di una persona, più paziente e generalmente più appropriata a svolgere determinate mansioni, anche quelle di assistenza puramente domestica (preparazione pasti, pulizia della casa etc..).

Si tratta però di un pregiudizio: i badanti uomo esistono e sono in grado di svolgere egregiamente la stessa tipologia di lavoro.

Meglio una badante donna o un badante uomo?

Ogni realtà è a se, quindi se sia meglio una badante donna o un badante uomo, dipende dalla situazione che si deve affrontare, privata però dallo stereotipo che solo la donna può fornire una assistenza professionale di alto livello.

La presenza dei badanti uomo sta crescendo in Italia come quella del lavoro di uomini in ambiti prima esclusivamente femminili.

Dall'anno 2012, è cresciuta più del 250% la presenza di badanti maschi.

Questo perché, come già esplicitato, molti uomini scelgono lavori che culturalmente appartengono all'universo femminile, come anche colf e babysitter.

Equiparando quindi le capacità generali e l'attitudine alla cura (che può essere certamente anche una dote maschile) vediamo i casi oggettivi in cui è preferibile optare per un badante uomo.

  • la persona assistita non riesce a muoversi autonomamente e/o è in sovrappeso, quindi è difficile spostarla senza avere una adeguata forza
  • la persona assistita è un uomo, che può preferire accanto a se una figura maschile a cui si sente più affine, anche per instaurare un dialogo, se le condizioni lo permettono
  • la persona assistita è un uomo, e preferisce un badante di sesso maschile per questioni di pudore, soprattutto se ha necessità di essere lavato e non riesce a supplire da solo alle sue necessità fisiologiche
  • un badante uomo può sostituire una badante donna durante il periodo che dedica al riposo, sia per assistenza, sia per compagnia, permettendo alla persona assistita di avere maggiore varietà di figure attorno a sé

Queste però sono indicazioni generali e non tassative.

Se è vero che 9 badanti su 10 sono donne, è anche vero che il ricorso alla figura del badante uomo sta crescendo sempre di più.

Il badante uomo può svolgere egregiamente il suo lavoro di assistenza anche con assistite donne, che non avvertono un particolare senso di disagio o pudore, anzi.

Possono instaurarsi con un badante uomo, così come una badante donna, rapporti di fiducia che danno estremo beneficio non solo alla persona assistita, ma a tutta la famiglia.

Ciò che è veramente importante, al di là del genere sessuale di badante, sono capacità, attenzione, pazienza ed estrema dedizione: tutte doti che possono offrire sia badanti donne che badanti uomini, per svolgere una assistenza ottimale.