Una badante o una colf in malattia si può licenziare?

Ultima modifica: 15 set 2022

Può un datore di lavoro licenziare una badante o una colf che si non si presenta al lavoro per malattia?

La risposta immediata è negativa, non è possibile il licenziamento in tal caso. Resta chiaro che la malattia deve essere comunicata tramite certificato medico, opportunamente redatto. Vi sono però delle eccezioni di cui tenere conto e di cui parleremo in questo articolo.

Colf o badante in malattia: si può licenziare?

Il divieto di licenziamento viene disciplinato dall' articolo 27 dell CCNL Colf e Badanti.

La badante o la colf hanno la possibilità di conservare il posto di lavoro per il seguente tempo, in base al periodo di lavoro svolto prima dell'insorgere della malattia:

  • anzianità entro i 6 mesi e superato il periodo di prova: 10 giorni di calendario
  • anzianità compresa tra 6 mesi e due anni: 45 giorni di calendario
  • anzianità oltre i due anni: 180 giorni di calendario

I periodi vanno aumentati del 50% se la badante o la colf presentino una malattia oncologica.

Abbiamo già parlato di questo nell'articolo su chi paga quando la badante è in malattia.

Superati tali periodi, in cui è stato conservato il posto di lavoro, il datore di lavoro può procedere al licenziamento, e optare per la ricerca e la scelta di una nuova collaboratrice domestica.

Per tutto il periodo in cui è conservato il posto di lavoro, vengono in ogni caso conteggiati tfr, tredicesima e ferie, anche se i giorni di malattia retribuiti sono cessati.

Il periodo di conservazione del posto però, viene calcolato globalmente e non per singola malattia.

Ovvero, il calcolo del periodo viene considerato come la somma di tutte le malattie durante 365 giorni (anno solare).

Come recita il punto 5 dell'articolo 27 del CCNL nazionale, i periodi relativi alla conservazione del posto di lavoro si calcolano nell’anno solare, intendendosi per tale il periodo di 365 giorni decorrenti dall’evento.

Se una colf o una badante si ammalano e non prestano la loro collaborazione domestica per un periodo di 7 giorni, e poi successivamente incorrono in un nuovo periodo di malattia, tali giorni si sommano a formare un periodo complessivo, su cui si calcola il tempo della conservazione del posto di lavoro.

Superato tale valore, il datore di lavoro può procedere al licenziamento, anche se la colf o la badante è ancora in fase di malattia, fornendo l'indennità sostitutiva per il mancato preavviso.

Quindi, l'unica vera possibilità di poter licenziare una badante o una colf in malattia è quello del superamento dei periodi indicati poco sopra nel post.

Tale indicazione dovrà essere riportata nella lettera di licenziamento, che verrà consegnata alla collaboratrice domestica.

La colf o la badante licenziata avrò diritto alla Naspi, ovvero potrà richiedere l'assegno di disoccupazione.